I rifiuti urbani: dati dell’Ispra 2021

I rifiuti urbani sono definiti, in base al D.lgs. 116/20, i rifiuti indifferenziati e da raccolta differenziata provenienti anche da utenze non domestiche. I dati presentati dall’Ispra lo scorso dicembre, relativi al 2020, sono fortemente influenzati dall’emergenza sanitaria Covid-19 che ha segnato il contesto socio-economico nazionale. Infatti, le misure di restrizione adottate e le chiusure di diversi esercizi commerciali hanno influito sui consumi nazionali, determinando un calo della produzione dei rifiuti superiore a un milione di tonnellate.

Nel 2020 la produzione nazionale dei rifiuti si attesta a 28,9 milione di tonnellate. La diminuzione si registra in tutte le macro aree geografiche:

  • nel Centro Italia il calo percentuale più consistente (-5,4%);
  • seguono le regioni settentrionali (-3,4%);
  • e quelle meridionali (-2,6%);

Raccolta differenziata

Un dato molto interessante è stato riscontrato nell’ambito della raccolta differenziata: la percentuale si attesta al 63% della produzione nazionale, con una crescita dell’1,8 punti rispetto al 2019.

Nonostante l’emergenza sanitaria da Covid-19 abbia influito significativamente sui consumi nazionali e di conseguenza sulla produzione dei rifiuti, il sistema di gestione delle raccolte differenziate ha, quindi, garantito l’intercettazione dei flussi di rifiuti. Interessante è, inoltre, il dato delle regioni, infatti anche quelle maggiormente colpite dall’emergenza, dove sono state disposte specifiche ordinanze per il conferimento dei rifiuti nell’indifferenziato, hanno saputo adottare misure efficienti di gestione assicurando il ritiro di tutti i rifiuti.
Le percentuali rispetto alla produzione totale dei rifiuti urbani di ciascuna regione, sono pari al 70,8% per le regioni settentrionali, al 59,2% per quelle del Centro e al 53,6% per le regioni del Mezzogiorno.

In definitiva, il riciclaggio totale comprensivo delle frazioni in uscita dagli impianti di trattamento meccanico e meccanico biologico, si attesta al 54,4% e riguarda le frazioni di:

  • Organico;
  • Carta e cartone;
  • Vetro;
  • Metallo;
  • Plastica;
  • Legno.

Imballaggio e rifiuti da imballaggio

Nel 2020, il recupero complessivo dei rifiuti di imballaggio rappresenta l’83,7% dell’immesso al consumo, in aumento di oltre tre punti rispetto al 2019. Tutte le frazioni merceologiche presentano un incremento della percentuale, ad eccezione di acciaio e alluminio.
Con le attuali metodologie di calcolo, tutte le frazioni di imballaggi raggiugono gli obiettivi di riciclaggio previsti per il 2025, ad eccezione della plastica. Per il riciclaggio di tale frazione, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che ha inserito tra le proprie missioni il miglioramento della gestione dei rifiuti come strumento fondamentale per l’attuazione dell’economia circolare, prevede fondi per il potenziamento dei sistemi di riciclaggio della plastica mediante riciclo meccanico e chimico in appositi “Plastic Hubs”.

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