Stop alla plastica: parla il D.lgs. 196/21

Lo stop alla plastica è fissato per oggi, 14 gennaio 2021. Il decreto legislativo 196/21 applica direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, prende di mira tutti i prodotti realizzati in plastica monouso, i prodotti in plastica oxo-degradabile e gli attrezzi da pesca contenenti plastica.

Per “prodotto di plastica monouso“, come si legge nel documento, si intende quello

«realizzato interamente o parzialmente in plastica, a eccezione del prodotto realizzato in polimeri naturali non modificati chimicamente»

mentre le plastiche oxo-degradabili sono le

«materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti o la decomposizione chimica».

Di fatto, il decreto restringe il consumo di quei materiali non in linea con la transizione energetica, quelli che causano l’inquinamento di microplastiche dei nostri mari e che ormai finiscono anche nei nostri cibi. Per ora sono salvi, invece, i prodotti in plastica lavabile e, dunque, riutilizzabili, che perdono del tutto la caratteristica di “usa e getta”.

L’obiettivo è di vedere risultati quantificabili entro il 2026 rispetto al 2022. Poi, nel 2027, la direttiva e il suo funzionamento saranno rivisti sulla base dei risultati raggiunti. In quella occasione verrà riconsiderata anche la plastica biodegradabile, attualmente inclusa nella direttiva senza differenziazione.

Quali sono i prodotti vietati?

Come si era già anticipato non siamo di fronte ad un bando totale ma ad una progressiva riduzione dell’uso per ragioni ambientali. I prodotti che dal 14 gennaio sono vietati sono quelli per i quali esiste già un’alternativa sul mercato, quali:

  • palloncini e bastoni per palloncini;
  • contenitori per bevande con capacità fino a tre litri, compresi tappi e coperchi;
  • tazze e contenitori per bevande in polistirolo espanso;
  • bottiglie per bevande con capacità fino a tre litri;
  • posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette); 
  • piatti, cannucce e borse di plastica.

Il divieto, invece, non riguarda i prodotti biodegradabili e compostabili, composti da materia prima rinnovabile uguale o superiore al 40%. La percentuale salirà al 60% a partire dal primo gennaio 2024.

Il credito d’imposta

Per incentivare i prodotti alternativi ai Sup (Single Use Plastics), alle imprese che utilizzano piatti e tazze riutilizzabili realizzabile in materiale biodegradabile o compostabile, viene riconosciuto un credito d’imposta di tre milioni di euro l’anno, dal 2022 al 2024.

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