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L’importanza degli impianti che riciclano carta e cartone: intervista all’Ing. Francesco Sicilia Direttore Generale di Unirima

Il settore della raccolta e del recupero di carta e cartone è un comparto storico dell’industria green in Italia. Per raccontare l’importanza degli impianti di produzione di materie prime secondarie abbiamo intervistato l’Ing. Francesco Sicilia, direttore generale di Unirima.

Iniziamo parlando di cosa è UNIRIMA l’Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri e dell’importanza di fare Associazionismo in questo settore.

UNIRIMA è un’associazione di categoria autonoma nata dalla fusione di Unionmaceri e Federmacero per dare voce unitaria alle due anime del settore ovvero gli “Impianti di Recupero/ Riciclo carta” e “Commercianti di carta da macero” e rappresentare e tutelare le imprese attive nel settore della raccolta e del recupero, riciclo e commercializzazione della carta da macero. Le principali attività delle imprese associate sono pertanto:

  • la gestione degli impianti di trattamento rifiuti autorizzati alle operazioni di recupero/riciclo per la produzione di carta materia prima – end of waste (c.d. “carta da macero”) ai quali vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti sia dai Comuni che dalle attività commerciali, artigianali, industriali e di servizi;
  • il commercio della “carta da macero”.

La rappresentanza istituzionale è uno strumento fondamentale per porsi come interlocutori credibili nei confronti dei soggetti pubblici e privati per sostenere, promuovere e tutelare le istanze degli associati. L’associazione consente ai rappresentanti delle imprese di essere presenti in ambito nazionale ed internazionale ai più importanti tavoli istituzionali del settore, sia tecnici che politici.

Quale è il ruolo degli impianti che riciclano la carta ed il cartone come Ricicla Centro Italia, l’impianto di Monte Compatri del Gruppo Porcarelli nell’ambito della economia circolare?

Il settore del trattamento dei rifiuti di carta e cartone annovera in Italia circa 600 impianti di recupero/riciclo ai quali vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti dai Comuni e dalle attività economiche. La loro localizzazione è piuttosto capillare ed omogenea, infatti, in termini di rapporto tra il numero di abitanti e quello degli impianti, il dato fra Nord, Centro e Sud è pressoché identico. Il nostro Paese ha superato con dieci anni di anticipo il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici fissato all’85% dalla Comunità Europea da raggiungere entro il 2030. Il valore quest’ultimo che si colloca ben al di sopra della media europea, a dimostrazione di come le imprese italiane del settore siano efficienti. Gli impianti del riciclo della carta, come appunto Ricicla Centro Italia, rappresentano il centro nevralgico dell’economia circolare e producono un vero e proprio valore aggiunto su scala internazionale per il nostro Paese.

Come sta cambiando il vostro settore e quali saranno le prossime sfide che dovrete affrontare?  

Occorre garantire alle imprese la possibilità di innovare, partendo soprattutto da un consistente ammodernamento impiantistico. Si tratta di una condizione irrinunciabile per raggiungere e conseguire gli obiettivi fissati dal Pnrr. Non è inoltre più rinviabile sviluppare una maggiore concorrenza, colmando il divario di competitività che su molti fronti ancora separa l’Italia dal resto d’Europa; occorre, pertanto, intervenire per ridurre le rendite monopolistiche assicurando dinamiche competitive ed agendo sulle criticità connesse alla mancata piena applicazione del principio di concorrenza, che ha un valore cruciale nel settore del recupero e del riciclo. La semplificazione del quadro normativo e amministrativo, la tutela del mercato e gli investimenti nell’innovazione degli impianti di recupero di materia prima secondaria/end of waste dai rifiuti, restano quindi gli obiettivi principali.

Cosa si sente di dire, ai cittadini, agli operatori del settore ed alla classe politica per facilitare le attività di questi impianti che, ricordiamolo, svolgono servizio di pubblica utilità?

Sono necessari percorsi di sensibilizzazione rispetto all’economia circolare, con spazi formativi ad hoc a partire dalle scuole. Si costruiscono così le fondamenta per sviluppare, diffondere e consolidare corretti comportamenti civici e la consapevolezza di come il recupero di materia sia un fattore determinante per l’ambiente e per la nostra economia. Nel complesso, a livello istituzionale e politico, occorre che dalle politiche e dai principi generali si passi a creare condizioni operative che permettano la concreta attuazione delle azioni necessarie alla transizione verso un’economia circolare. Il baricentro di questo processo deve risiedere nella concorrenza, che ha un valore cruciale nel settore della gestione dei rifiuti, nella misura in cui è idonea a garantire adeguati sbocchi di mercato a input produttivi che, realizzati attraverso le attività di recupero e riciclo, possono sostituire input realizzati in materia prima vergine. Questo modello circolare contribuisce a rendere più efficiente l’utilizzo di risorse scarse, garantire competitività e il rispetto degli obiettivi fissati dalle direttive europee.

Dichiarazione ambientale cos'è

Cos’è la Dichiarazione Ambientale di un’attività produttiva?

La Dichiarazione Ambientale comunica l’impatto e gli obiettivi ambientali che ha un’azienda. Tale dichiarazione è definita in base al Regolamento CE 1221/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009, in cui vi è un sistema comunitario di ecogestione e audit denominato EMAS, al quale può aderire volontariamente qualsiasi Organizzazione che intenda valutare e migliorare le sue prestazioni ambientali e comunicarle al pubblico.

Come aderire al regolamento EMAS

L’organizzazione o l’azienda che intende aderire al Regolamento EMAS è tenuta a svolgere i seguenti compiti:

  • Effettuare l’analisi ambientale con la quale viene stabilita la posizione iniziale dell’organizzazione rispetto alle condizioni ambientali;
  • Stabilire la propria politica ambientale cioè gli obiettivi ed i principi generali di azione rispetto all’ambiente, definendo il quadro di riferimento per fissare obiettivi specifici e traguardi;
  • Elaborare il programma ambientale che contiene una descrizione delle misure adottate per raggiungere gli obiettivi specifici ed i traguardi, conseguenti alla politica ambientale;
  • Implementare ed attuare il sistema di gestione ambientale, conforme alla norma ISO 14001, che consente di sviluppare, mettere in atto, realizzare e mantenere la politica ambientale;
  • Effettuare l’auditing, cioè svolgere una valutazione sistematica, periodica, documentata e obiettiva delle prestazioni dell’organizzazione, del sistema di gestione ambientale e dei processi destinati a proteggere l’ambiente;
  • Redigere la Dichiarazione ambientale, rivolta al pubblico, che comprende informazioni relative a:
    • storia del sito;
    • politica ambientale;
    • descrizione delle attività dell’Organizzazione;
    • compendio di dati relativi all’analisi ambientale effettuata sul sito;
    • tutti gli aspetti ambientali rilevanti.

La Dichiarazione ambientale viene sottoposta a validazione da parte di Verificatori accreditati e viene inviata all’Organismo competente, che provvede all’iscrizione del sito nel registro europeo dei siti conformi al regolamento CEE, e autorizza contemporaneamente la pubblicazione della dichiarazione ambientale validata e l’utilizzo del logo.

La Logistica Ambientale, società di servizi del Gruppo, nella scelta di aderire ai Regolamenti Emas CE 1221/2009, UE 1505/2017 e UE 2018/2026, ha confermato l’impegno che l’azienda mette nella salvaguardia dell’ambiente ed il suo contributo per la tutela del patrimonio naturale. Pertanto, in data 10/02/2022 ha redatto la nuova Dichiarazione Ambientale (scoprila cliccando qui). Oltre alla presa in carico delle Migliori Pratiche di Gestione Ambientale (BEMP) promosse con la Decisione 2020/519/UE, l’azienda punta a migliorare le prestazioni nella gestione dei rifiuti in accordo agli altri dettati comunitari, Direttiva 2008/98/CE con in primis i principi di economia circolare in Italia recepiti dai D. Lgs. 116 – 120/2020.