La gestione dei rifiuti nella GDO

La gestione dei rifiuti nella GDO: intervista a Maurizio Zangrilli

La gestione dei rifiuti nei supermercati e ipermercati è un fattore determinante per garantire un futuro davvero sostenibile della nostra società. Il nostro responsabile dei rapporti commerciali con la GDO, Maurizio Zangrilli, ci spiega l’importanza della corretta gestione dei rifiuti prodotti. Ecco ciò che ne è emerso.

Partiamo dal suo ruolo in Gruppo Porcarelli.

Faccio parte dell’organico dell’ufficio commerciale della Logistica Ambientale dal gennaio 2010. Nella mia prima fase di collaborazione in azienda ho approfondito la mia conoscenza nell’ambito della gestione dei rifiuti affiancando per un periodo i miei colleghi nei vari settori aziendali. La GDO ha sempre avuto un ruolo di primaria importanza in azienda, ho cercato quindi di specializzare la mia formazione in questo ambito, ampliando la rosa dei servizi da offrire ai nostri clienti, proponendo le migliori soluzioni in termini di qualità e gestione del servizio di raccolta dei rifiuti. Nel corso di questi anni molte aziende importanti del settore, sia nazionali che multinazionali, hanno riposto in noi la loro fiducia e noi siamo orgogliosi di poterli annoverare tra i nostri clienti.

Cosa è la GDO e quale è il suo ruolo nell’economia circolare?

La gestione virtuosa dei rifiuti rappresenta il tassello più importante per applicare concretamente i principi dell’economia circolare. Non esiste sempre piena coscienza del valore aggiunto che può offrire la corretta raccolta dei rifiuti.

Come ben sappiamo quando si parla di Grande Distribuzione Organizzata (GDO) si intende generalmente un sistema di vendite al dettaglio che si articola attraverso diversi punti vendita controllati e gestiti da un’azienda principale, detta “Casa Madre”. I punti vendita in questione solitamente sono sviluppati su superfici relativamente ampie. Ciò fa capire, in minima parte la grande mole di rifiuti che può produrre una GDO, ed infatti, tali strutture hanno dimostrato di impattare in maniera importante sulla produzione di rifiuti alimentari e di imballaggi. Proprio una corretta gestione di ogni singolo rifiuto prodotto può fare la differenza, influenzando positivamente tutti i processi di lavorazione future. Proprio per la grande importanza che risiede nelle GDO noi di Gruppo Porcarelli, tramite la nostra società di servizi Logistica Ambientale, lavoriamo in stretta collaborazione con i nostri clienti per una corretta gestione dei rifiuti prodotti.

La gestione dei rifiuti nella Grande Distribuzione Organizzata è un fattore determinante per garantire un futuro davvero sostenibile della nostra società. È utile fare formazione ai dipendenti che si occupano del riempimento delle attrezzature per la raccolta?

Per nostra prassi aziendale, in fase di prima acquisizione del cliente viene eseguita una formazione da parte dei nostri operatori sul corretto funzionamento ed utilizzo delle attrezzature concesse in comodato d’uso. La corretta separazione delle varie tipologie di differenti rifiuti è il primo grande passo per l’esatta gestione degli stessi nell’intera filiera.

Selezionare bene, direttamente presso la sede produttiva, un rifiuto da imballaggio senza contaminazioni apporta un enorme vantaggio, non solo ambientale ma anche economico. Il cliente, se formato bene, è il primo anello della catena per garantire un corretto recupero di un rifiuto che può diventare risorsa.

La GDO si trova a gestire per lo più rifiuti non pericolosi, ma in quantità molto importanti. Come è possibile gestire correttamente la mole di rifiuti che arrivano poi in impianto?

La Logistica Ambientale, da sempre, investe sul continuo rinnovo del proprio parco mezzi ed attrezzature offrendo ai propri partner le migliori soluzioni tecniche, operative ed economiche che possano rispecchiare al meglio le esigenze del cliente. Si propone così un servizio su misura, che viene costruito partendo dal sopralluogo conoscitivo delle aree messe a disposizione per la gestione dei rifiuti, proponendo le migliori attrezzatture per strutturare un servizio di raccolta efficiente.

Una tipologia di rifiuti i cui quantitativi in GDO sono davvero significativi è quella dei rifiuti da imballaggio. Esistono tecnologie in grado di migliorare la raccolta di questi rifiuti? Come vi state organizzando come gruppo?

Grazie all’utilizzo di mezzi idonei e specifici per la raccolta dei rifiuti da imballaggio riusciamo ad aumentare i quantitativi trasportati per singolo viaggio, riducendo drasticamente il numero dei trasporti. In questo modo traiamo benefici soprattutto ambientali, riducendo le emissioni di CO2.

responsabilità estesa del produttore

Responsabilità estesa del produttore: articoli 178-ter e 178-bis

La Responsabilità Estesa del Produttore, o EPR che sta per Extended Producer Responsibility, rappresenta un’importante tassello in materia di legislazione ambientale. Il 26 settembre 2020 entra in vigore il D.Lgs. 116/2020 che comprende le quattro direttive del “Pacchetto Economia Circolare” dell’Unione Europea. Tale Decreto interviene profondamente sul Testo Unico Ambientale (T.U.A.), infatti con i nuovi art. 178-bis e 178-ter si istituiscono nuovi regimi di Responsabilità Estesa del Produttore, da definire con successivi decreti ministeriali.

L’obiettivo dell’ERP, è quello di assegnare al produttore la responsabilità del prodotto immesso sul mercato anche nella fase di post consumo, attribuendogli:

la responsabilità finanziaria e operativa della gestione della fase del ciclo di vita in cui il prodotto diventa un rifiuto, incluse le operazioni di raccolta differenziata, di cernita e di trattamento. Tale obbligo può comprendere anche la responsabilità organizzativa e la responsabilità di contribuire alla prevenzione dei rifiuti e alla riutilizzabilità e riciclabilità dei prodotti”.

Le specifiche del 178-ter e del 178-bis

L’art. 178-ter, introdotto dal comma 3 dell’articolo 1 del Dlgs 116 del 2020, definisce i contenuti minimi che devono avere i regimi di responsabilità estesa del produttore, come introdotti dal paragrafo 9 dell’art. 1 della direttiva 851/2018. 

I regimi di responsabilità estesa del produttore devono: 

  • definire chiaramente ruoli e responsabilità di tutti gli attori coinvolti, compresi i produttori che immettono prodotti sul mercato dello Stato membro, le organizzazioni, i gestori pubblici e privati dei rifiuti, le Autorità locali, gli operatori per il riutilizzo e la preparazione per il riutilizzo e le imprese dell’economia sociale; 
  • definire obiettivi di gestione dei rifiuti volti a conseguire gli obiettivi quantitativi rilevanti per il regime di responsabilità estesa del produttore di cui alla direttiva rifiuti (direttiva 2008/98) e alle direttive imballaggi (direttiva 94/62), pile (direttiva 2006/66), veicoli fuori uso (direttiva 2000/53) e Raee (direttiva 2012/19) e, ove opportuno, altri obiettivi quantitativi e/o qualitativi considerati rilevanti per il regime di responsabilità estesa del produttore; 
  • garantire la presenza di un sistema di comunicazione delle informazioni dei prodotti immessi sul mercato e dei dati sulla raccolta e sul trattamento di rifiuti risultanti da tali prodotti; 
  • prevedere l’adempimento degli oneri amministrativi a carico dei produttori e importatori di prodotti, nel rispetto del principio di equità e proporzionalità in relazione alla quota di mercato e indipendentemente dalla loro provenienza; 
  • assicurare che i produttori del prodotto garantiscano la corretta informazione ai detentori di rifiuti interessati circa le misure di prevenzione dei rifiuti, i centri per il riutilizzo e la preparazione per il riutilizzo, i sistemi di ritiro e di raccolta dei rifiuti e la prevenzione della dispersione dei rifiuti, nonché le misure per incentivare i detentori di rifiuti a conferire i rifiuti ai sistemi esistenti di raccolta differenziata, in particolare, se del caso, mediante incentivi economici. 

L’art. 178-bis, invece, disciplina  i criteri e le modalità di attuazione della responsabilità estesa del  “produttore del prodotto” ( inteso come qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti), nell’organizzazione del sistema di gestione dei rifiuti,  e nell’accettazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo il loro utilizzo. 

Obblighi e sanzioni per la responsabilità estesa del produttore

La principale innovazione introdotta in materia di EPR riguarda l’istituzione di un Registro Nazionale dei Produttori, al quale dovranno iscriversi tutti i soggetti sottoposti al nuovo regime di responsabilità e nell’ambito del quale saranno previste sanzioni amministrative e pecuniarie nel momento in cui si verificasse la mancata o incompleta trasmissione dei dati.

Nonostante ad oggi manchino i decreti che daranno attuazione all’EPR in Italia, la Responsabilità Estesa del Produttore presenta le potenzialità per aprire le porte a nuove opportunità di innovazione di processo e di scelta di materiali alternativi, oltre a favorire lo sviluppo di un mercato dell’upgrading, del riuso e del riciclo.

A tale fine diventano importanti temi quali l’informazione verso il pubblico, l’adozione di programmi di prevenzione dei rifiuti, il miglioramento del prodotto a partire dalla fase di progettazione in modo da favorire l’estensione del tempo di vita utile del prodotto, la riutilizzabilità, la riparabilità, la riciclabilità ed il recupero dei componenti e dei materiali.

Mentre per quanto riguarda la responsabilità finanziaria, l’attenzione viene posta sulla definizione del modello di attribuzione del costo, che dovrà rispettare i criteri di trasparenza verso i consumatori e di equilibrio in termini di competitività sul mercato, senza però essere addossato alla collettività.

End of Waste carta e cartone

End of Waste carta e cartone

L’End of Waste carta e cartone è stato introdotto dal D.M. 188/2020 del 24 settembre 2020. Tale Decreto Ministeriale stabilisce i criteri della cessazione di qualifica di rifiuto per la carta ed il cartone, ponendo i materiali recuperati sullo stesso piano delle materie prime.

L’Italia, che ha una tradizione centenaria nel riciclo della carta, è sempre stata pioniera nella sua valorizzazione. Dapprima con il riconoscimento di Materia prima secondaria alla carta proveniente dalle operazioni di recupero e riciclo, ed oggi, primi in Europa, con il riconoscimento di End Of Waste, (EOW). Tale denominazione indica che il materiale di scarto ha cessato la sua qualifica di rifiuto e che può, quindi, ritornare sul mercato come un prodotto per l’industria al pari di una materia prima vergine, senza più i vincoli che esistevano per le Materie Prime seconde.

Tutto ciò permetterà un più largo utilizzo di questo materiale e favorirà un’economia dei “rifiuti riciclati” come vero motore della economia circolare.

L’End of Waste carta e cartone e i benefici per l’ambiente

I benefici per l’ambiente sono tangibili in quanto gli impianti autorizzati a produrre EOW devono applicare un sistema di gestione qualità conforme alla UNI EN ISO 9001. Infatti, il manuale del sistema di gestione deve contenere le procedure operative per il controllo delle caratteristiche di conformità alla norma UNI EN 643 e il piano di campionamento (art. 6).

Il possesso della norma UNI EN ISO 9001 è necessario per poter dimostrare il rispetto dei requisiti del Decreto, pertanto, deve essere già “attiva” al momento della presentazione dell’aggiornamento della comunicazione o dell’istanza di aggiornamento dell’autorizzazione.

L’adozione del regolamento EMAS o il possesso della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001 permettono di ridurre a 6 mesi il periodo di conservazione del campione prelevato per la verifica di conformità ed al termine del processo in impianto, il produttore deve redigere la Dichiarazione di conformità dei materiali appena lavorati.

Dobbiamo inoltre ricordare che, i risultati operativi del Decreto consentono alle aziende di adeguarsi ai requisiti normativi, confermando la validità delle autorizzazioni all’esercizio delle aziende che operano nel settore del recupero di carta e cartone. Inoltre, tale D.M., ha dato la possibilità di commercializzare un prodotto non più qualificato come MPS (materie prime secondarie), ma come carta e cartone End of Waste (EoW).

L’EoW ed Economia Circolare

Riciclare i rifiuti ricavandone nuove materie prime è uno dei principali modi per ridurre il consumo di risorse primarie, approccio indispensabile per raggiungere la sostenibilità. Tutto ciò comporta un importante passo in avanti nella gestione responsabile delle risorse, nel prolungamento della vita dei materiali che vengono diffusi nell’ambiente e nella creazione di un’ulteriore fonte da cui ricavare la materia prima.

Dobbiamo ricordare che il settore del recupero e del riavvio della carta all’ambito produttivo funge da traino per quanto riguarda i processi di circolarità. Nel nostro Paese, infatti, il recupero della fibra da riciclo incide sul 60% della produzione cartaria. Nel comparto dell’imballaggio il tasso di riciclo ha raggiunto la ragguardevole percentuale dell’80%, ponendo il Paese in anticipo rispetto alle direttive europee, che richiedono entro il 2030 di raggiungere la soglia dell’85% di recupero. Inoltre, il riciclo della carta consente di diminuire drasticamente i rifiuti che vengono poi conferiti in discarica.

Grazie a Ricicla Centro Italia, impianto di Monte Compatri del Gruppo Porcarelli, riusciamo a dare nuova vita a carta e cartone chiudendo così il cerchio virtuoso della Circular Economy. Ricicla, rappresenta uno degli impianti di selezione di rifiuti cartacei più efficienti ed importanti, grazie alle sue 16 postazioni di cernita. Oltre 100.000 tonnellate di rifiuti cartacei annualmente vengono valorizzati nel nostro impianto attraverso un processo di selezione, cernita e raggruppamento per frazioni merceologicamente similari, ottenendo materie prime secondarie da destinare alle cartiere nazionali ed estere per la produzione di nuova carta.

27° rapporto

27° Rapporto Annuale Comieco sulla raccolta differenziata di carta e cartone in Italia

Dal 27° Rapporto annuale sulla raccolta differenziata di carta e cartone è emerso che l’Italia, ancora una volta, è prima in Europa per quanto riguarda la sostenibilità. Per il secondo anno consecutivo, infatti, si è raggiunto l’obiettivo europeo del 2030 per il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici fissato all’85%, sia attraverso le raccolte differenziate comunali, sia con i flussi di imballaggi intercettati presso aziende e grandi utilizzatori.

A livello nazionale i volumi complessivi di raccolta comunale superano i 3,6 milioni di tonnellate. Per capire meglio l’incremento del 3,2%, ovvero 111 mila tonnellate, è come se si fosse aggiunta la raccolta annuale di tre regioni: Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna e Molise.

Per la prima volta la media nazionale della raccolta pro-capite supera i 60,8 Kg.

Si può affermare che questi dati ammortizzano gli effetti negativi dell’inquinamento e che quindi può contribuire indirettamente all’equilibrio climatico. Un bel segnale per la cosiddetta transizione ecologica che quindi da noi in questo settore è già realtà.

I dati saliente raccolti da Comieco riguardano:

  • 91,4% tasso di recupero degli imballaggi cellulosici;
  • 85,1% tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici; 
  • 3,6 milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte.

Focus per macroarea

Quali sono i dati rilevanti per macroarea? Eccoli di seguito.

NORD:

Con un attivo di 36 mila tonnellate in più, nel 2021 il Nord recupera quanto perso nel 2020 e lo fa soprattutto con il contributo di +21 mila tonnellate dall’Emilia Romagna, con una raccolta pro-capite arrivata a 88,4 Kg/ab-anno. In termini di volumi assoluti è la Lombardia che con 573 mila tonnellate rappresenta da sola circa il 16% di tutta la raccolta comunale di carta e cartone nel Paese.

CENTRO:

Scendendo lungo la penisola, al centro il dato positivo sfiora le 37 mila tonnellate (+4,5%) anche in questo caso recuperando, con gli interessi, la contrazione registrata lo scorso anno. Tutte le regioni fanno un passo avanti ma emerge la Toscana che incide per quasi il 50% nella crescita dell’area, probabilmente grazie alla ripresa delle attività economiche legate al turismo.

SUD:

La palma d’oro dell’incremento percentuale spetta al Molise (+17,4%) ma è dalla Sicilia che arriva il maggior contributo in termini di volumi assoluti: 14 mila tonnellate di carta e cartone intercettate in più rispetto al 2020 e ancora ampio spazio di crescita per i prossimi anni. Il dato pro-capite del Sud (46,9 Kg/ab- anno) resta ancora inferiore alla media nazionale. La Sardegna con 60,6 Kg/ab- anno, si riconferma al primo posto tra le regioni meridionali e allineata al valore medio nazionale.

Record per il consumo interno di carta recuperata

Nel 2021 in Italia si è superato per la prima volta i 6 milioni di tonnellate (+16% rispetto al 2020). L’aumento della capacità di riciclo interna al Paese e l’incremento della domanda di imballaggi cellulosici hanno, quindi, quasi dimezzato l’export netto che nel 2021 è pari a 948 mila tonnellate (-41% rispetto al 2020). Ciò dimostra un’economia verde sempre più circolare anche sulle distanze. A fronte di 5,2 milioni di tonnellate di imballaggi immesse al consumo (11,1 % sul 2020) , circa 4,5 milioni sono state avviate al riciclo, 334 mila tonnellate sono state recuperate come energia.

Un fattore che non può essere tralasciato è il valore della carta recuperata. Dopo oltre 2 anni (dal 2018 al I semestre 2020) di quotazioni a livello minimo, la domanda di materia prima interna ed estera ha portato ad una forte e repentina risalita dei prezzi, iniziata negli ultimi mesi del 2020 e che prosegue ancora nella prima parte dell’anno in corso. I valori registrati dalla Camera di Commercio di Milano si pongono ai massimi storici, anche oltre ai picchi risalenti ad oltre 10 anni addietro (metà del 2011).

In conclusione

In definitiva l’andamento è positivo, ma c’è ancora ampio margine di miglioramento

Il trend di crescita nazionale deve svilupparsi su un doppio binario: più quantità, ma anche più qualità. Se, infatti, la raccolta del cartone presso le attività commerciali si conferma su standard di eccellenza (frazioni estranee = 0,79%), sul versante “famiglie” in media circa il 50% delle quantità gestite da Comieco necessita di una lavorazione industriale per il raggiungimento di livelli soddisfacenti, percentuale che al Sud arriva al 75%. Assicurare la migliore qualità già in fase di raccolta diventa quindi essenziale per migliorare l’efficienza e l’economicità lungo tutta la filiera del riciclo.

L’impegno, di ogni singolo impianto, come la nostra Ricicla Centro Italia ha fatto sì che tutto questo possa realizzarsi.