Bonifica siti inquinati

Bonifica dei siti inquinati: decreto “semplificazioni bis”

La bonifica dei siti contaminati è un procedimento complesso, nel quale sono coinvolti aspetti tecnici, normativi, ambientali, economici e sociali. Il ripristino delle aree è una questione legata alla salute umana, alla tutela degli ecosistemi e anche un’opportunità di recupero e valorizzazione di aree degradate. Spesso non è facile né veloce l’applicazione del principio “chi inquina paga” e molte bonifiche si sono trovate ferme per lungo tempo.

Proprio per questo la normativa si è adeguata ad agevolare le attività di bonifica. Infatti, con la legge n.120 dell’11 settembre 2020 (conversione del cosiddetto decreto Semplificazioni) sono stati affrontati alcuni dei temi più urgenti a livello di procedure di bonifica. I temi più complessi, come ad esempio la modifica di allegati tecnici del Testo unico ambientale, sono stati delegati al Governo e quindi al Ministero della Transizione ecologica tramite la Direzione generale risanamento ambientale.

Con questo decreto sono state definite delle procedure per una più rapida esecuzione delle attività di indagine circa lo stato di potenziale contaminazione attraverso una speciale procedura “ristretta”. Ciò ha consentito ai soggetti interessati al riutilizzo e alla valorizzazione dell’area, di presentare congiuntamente sia gli esiti della caratterizzazione sia quelli dell’analisi di rischio. Tra le semplificazioni è presente anche la possibilità di rilasciare il certificato di avvenuta bonifica anche per la sola matrice suolo, per quei casi in cui sia riscontrata l’impossibilità di interferenza con le acque sotterranee.

Decreto Semplificazioni bis del 29 luglio 2021 n. 108

Con l’introduzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato necessario l’inserimento di modifiche normative votate al raggiungimento degli obiettivi poste dal Governo. Ciò si è tradotto nel più recente decreto semplificazioni convertito con la legge 29 luglio 2021, n. 108. Tra le novità di maggior rilievo, ci sono snellimenti procedurali negli iter amministrativi, come la certificazione di avvenuta bonifica anticipata per specifiche matrici ambientali nei casi in cui gli obiettivi per la bonifica del suolo, sottosuolo e materiali di riporto siano raggiunti anticipatamente rispetto a quelli previsti per la falda. Inoltre, sono state introdotte modifiche volte a facilitare la realizzazione di progetti che non dovranno più richiedere la preventiva autorizzazione del Ministero della Transizione ecologica qualora essi non presentino rischi sanitari o ambientali.

Un altro tema, nel quale sono stati fatti molti passi avanti, è quello dei cosiddetti siti orfani, aree da bonificare per le quali il responsabile della contaminazione non è individuabile o non sia possibile imputargli i costi della bonifica. Per incentivare azioni virtuose sono stati stanziati 500 milioni di euro. L’obiettivo è di riqualificare i siti inquinati affinché, oltre ai benefici in termini di tutela del capitale naturale e riduzione degli impatti sulla biodiversità, possano rappresentare una risorsa per lo sviluppo economico favorendo il riuso del suolo e il reinserimento dei siti bonificati nel mercato immobiliare.

L’intervento normativo punta oggi, quindi, a semplificare e ad agevolare le procedure con l’effetto di consentire l’avvio di nuove attività, anche commerciali, mantenendo però al tempo stesso le garanzie esistenti a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente.

Logistica Ambientale, società di servizi del Gruppo Porcarelli, si occupa della bonifica dei siti inquinati. Scopri di più cliccando qui.

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Raccolta dei rifiuti: l’Albo Nazionale Gestori Ambientali

La raccolta dei rifiuti è direttamente correlata alla loro corretta gestione. Infatti, le imprese che raccolgono e trasportano rifiuti pericolosi e non, devono iscriversi all’Albo Nazionale Gestori Ambientali nelle categorie di loro interesse.

In base all’attività, l’iscrizione all’Albo si articola in categorie, sottocategorie e loro classi; nello specifico parliamo di:

  • Categoria 1 – raccolta e trasporto di rifiuti urbani;
  • Categoria 2bis – produttori iniziali di rifiuti non pericolosi che effettuano operazioni di raccolta e trasporto dei propri rifiuti, nonché i produttori iniziali di rifiuti pericolosi che effettuano operazioni di raccolta e trasporto dei propri rifiuti pericolosi in quantità non eccedenti trenta chilogrammi o trenta litri al giorno di cui all’articolo 212, comma 8, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
  • Categoria 3bis – distributori e installatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), trasportatori di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche in nome dei distributori, installatori e gestori dei centri di assistenza tecnica di tali apparecchiature di cui al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto con i Ministri dello sviluppo economico e della salute, 8 marzo 2010, n. 65.
  • Categoria 4 – raccolta e trasporto di rifiuti speciali non pericolosi;
  • Categoria 5 – raccolta e trasporto di rifiuti speciali pericolosi;
  • Categoria 6 – imprese che effettuano il solo esercizio dei trasporti transfrontalieri di rifiuti di cui all’articolo 194, comma 3, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
  • Categoria 7 – operatori logistici presso le stazioni ferroviarie, gli interporti, gli impianti di terminalizzazione, gli scali merci e i porti ai quali, nell’ambito del trasporto intermodale, sono affidati rifiuti in attesa della presa in carico degli stessi da parte dell’impresa ferroviaria o navale o dell’impresa che effettua il successivo trasporto (categoria non ancora attiva)
  • Categoria 8 – intermediazione e commercio di rifiuti senza detenzione dei rifiuti stessi
  • Categoria 9 – bonifica di siti
  • Categoria 10 – bonifica dei beni contenenti amianto

Come riportato dalla sezione apposita dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, l’iscrizione alle categorie 1, 3bis, 4, 5, 8, 9 e 10 va rinnovata ogni cinque anni, mentre la categoria 2bis prevede un rinnovo ogni 10 anni.

Per le sole iscrizioni alle categorie 1, 4, 5, 8, 9 e 10, l’iscrizione è subordinata alla presentazione di idonea garanzia finanziaria, che deve essere prestata per tutta la durata dell’iscrizione all’Albo, a mezzo di fidejussione bancaria o polizza fidejussoria assicurativa.

Requisiti per l’iscrizione all’Albo per la raccolta dei rifiuti

I requisiti necessari per l’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali sono di carattere generale, morale, tecnico e, per alcune categorie, anche finanziario.

Per quanto riguarda i requisiti generali occorre che i soggetti siano cittadini italiani o cittadini di stato membro UE, domiciliati, residenti ed iscritti al Registro delle Imprese.

I requisiti morali, invece indicano solo soggetti non in stato di fallimento o liquidazione e non in stato di interdizione legale (come pena detentiva per reati ambientali, reclusione non inferiore a 2 anni, in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali a favore dei lavoratori).

Infine, i requisiti di idoneità tecnica devono essere dimostrati mediante qualificazione professionale del Responsabile Tecnico, bisogna inoltre avere la disponibilità delle attrezzature tecniche necessarie come i mezzi d’opera e attrezzi, ed infine dare evidenza dell’esecuzione di opere o nello svolgimento di servizi nel settore per il quale è richiesta l’iscrizione.

La domanda di iscrizione per le Categorie 1, 4, 5, 8, 9 e 10, deve essere prodotta secondo quanto indicato nella delibera n. 2 del 22 febbraio 2017 dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali.

La Logistica Ambientale Srl, società del Gruppo Porcarelli, regolarmente iscritta all’Albo per le seguenti categorie 1o A, 10A D, 3-bis , R.Met , 4 A, 5 D, 8 C, 9 B, esegue servizi di Micro e Macro Raccolta. Dalla gestione di piccoli quantitativi per la raccolta differenziata dei clienti, alla raccolta ed il deposito temporaneo dei rifiuti presso centri commerciali, cantieri edili, strutture pubbliche e private, bonifiche di siti contaminati. Visita il sito LogisticaAmbientale.com per scoprire tutti i nostri servizi.

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Le donne nel Gruppo Porcarelli: l’intervista alla Responsabile dell’Ufficio Commerciale Federica Pierini

In occasione della Giornata Internazionale della Donna abbiamo intervistato la nostra responsabile dell’Ufficio Commerciale, Federica Pierini. Gestendo il cuore pulsante dell’azienda e un team di professionisti, le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza e la sua opinione sulle donne nel mondo del lavoro. Ecco cosa ne è emerso:

Inizierei chiedendole proprio la sua storia, che ruolo ha in azienda e cosa fa qui?

Sono in azienda da circa 25 anni e durante la mia storia lavorativa ho ricoperto diverse mansioni, partendo dall’archiviazione dei documenti, passando per l’amministrazione e l’ufficio ambiente per arrivare oggi a ricoprire il ruolo di Responsabile Commerciale del mio staff di preziosi collaboratori. 

Il ruolo di gestione e supervisione viene ricoperto da altre donne in azienda?

Assolutamente sì, nel Gruppo Porcarelli non ci sono mai state distinzioni di genere. Infatti ogni persona, a prescindere dal sesso o dalla provenienza, è sempre stata valorizzata per le proprie qualità umane e professionali. Nonostante il settore lavorativo prettamente maschile, si nota la presenza femminile in ogni reparto: dagli uffici fino all’impianto.

Secondo lei, ad oggi, ci sono ancora dei Gender Gap nei luoghi di lavoro?

Mi piacerebbe poter rispondere di no, ma ancora nel 2022 a livello globale non è così. Anche in base a quanto è emerso dal Global Gender Gap report 2021 del World Economic Forum, per chiudere il divario tra uomini e donne serviranno ancora 267,6 anni, se tutto continuerà a questo passo. Basti pensare che il nostro Paese è penalizzato soprattutto dalle differenze per occupazione e stipendi (114esimo posto) e salute (118esimo posto). Tutto questo per dire che, ad oggi, le donne devono combattere ancora per essere considerate sullo stesso piano di un uomo.

Grazie per l’intervista. Cosa vorrebbe dire, in conclusione, alle donne che iniziano a lavorare in aziende come il Gruppo Porcarelli?

Il Gruppo Porcarelli per me è stata ed è tutt’oggi un’azienda che mi ha permesso di crescere a livello professione e personale. Il genere non dovrebbe mai essere una discriminante ma un aspetto che possa valorizzare ogni tipo di mansione. A tutte le donne che si affacciano al mondo del lavoro dico: siate tenaci.

Progetti faro

Progetti faro di economia circolare

I progetti faro promuovono l’utilizzo di tecnologie e processi ad alto contenuto innovativo nei settori produttivi quali: gli apparecchi elettrici ed elettronici (RAEE, inclusi pannelli fotovoltaici e pale eoliche), l’industria della carta e del cartone, il tessile e le plastiche.

L’avvio dei progetti faro è stato dato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il D.M. del 6 agosto 2021 recante “Assegnazione delle risorse finanziarie previste per l’attuazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e ripartizione di traguardi”, stanziando 600 milioni di euro per sostenere il miglioramento della rete di raccolta dei rifiuti. In attuazione di tale normativa, il MITE ha emanato i primi decreti e bandi attuativi del PNRR, tra cui il D.M. 28 settembre 2021 n. 397 e i relativi Avvisi, che definiscono i criteri di selezione per i progetti relativi a raccolta differenziata, impianti di riciclo e iniziative “flagship” di economia circolare per le filiere citate precedentemente.

Nel suddetto piano vengono riportati i target europei che bisogna raggiungere:

  • 55% di riciclo di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE);
  • 85% di riciclo nell’industria della carta e del cartone;
  • 65% per cento di riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclaggio meccanico, chimico, “Plastic Hubs”);
  • 100% recupero nel settore tessile tramite “Textile Hubs “.

I destinatari delle risorse sono:

a) le imprese che in via prevalente producono beni (o servizi) o si occupano di trasporto, ivi comprese le imprese artigiane di produzione di beni di cui alla legge 443 del 1985;

b) le imprese che esercitano in via prevalente attività ausiliarie in favore delle imprese di cui alla precedente lettera a).

Quattro linee d’intervento da 150 milioni per i progetti faro

L’attivazione delle 4 linee guida comprendono:

  1. Ammodernamento e ampliamento di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti Raee;
  2. Ammodernamento e ampliamento di nuovi impianti per la gestione di carta e cartone;
  3. Realizzazione di nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclo meccanico, chimico, “Plastic Hubs“), compresi i rifiuti di plastica in mare (“Marine Litter”);
  4.  Finanziamento dell’infrastruttura della raccolta delle frazioni di tessili pre-consumo e post-consumo, in ottica sistemica “Textile Hubs”.

L’Italia e la transizione

Questa transizione rappresenta un’opportunità unica per l’Italia. Nel pianificare e realizzare la transizione, il governo intende assicurarsi che questa avvenga in modo equo e inclusivo, contribuisca a ridurre il divario Nord-Sud, e abbia adeguate politiche di formazione. Vuole valorizzare la filiera italiana nei settori dell’agricoltura e dell’alimentare e migliorare le conoscenze dei cittadini riguardo alle sfide e alle opportunità offerte dalla transizione. In particolare, il Piano vuole favorire la formazione, la divulgazione, e più in generale lo sviluppo di una cultura dell’ambiente che permei tutti i comportamenti della popolazione.